Di Qwerty e altre tastiere

QWERTY_keyboard
Una notizia per Scritture Brevi è la presentazione di una nuova tastiera (tastiera di nuova generazione) ergonomica, pensata per l’attività su schermo touch. Si chiamerà Kalq (analogamente a Qwerty) dal nome ricavato dalla sequenza di lettere posizionate in una serie di tasti vicini (principio onomastico simile è alla base di un termine come “abbecedario”, ad esempio).

Ne leggiamo negli interessanti interventi di Martina Pennisi, Corriere della Sera, e di Luca Castelli, La Stampa.

La tastiera andrà, in tali contesti della digitazione “touch”, a sostituire quella classica che, dal 1873, configura la collocazione dei tasti nelle macchine per scrivere

La notorietà, in particolare del nome – Qwerty – è legata all’impiego, recente, per definire “la tastiera di una specie di telefono cellulare” e poi, per metonimia, “una specie di telefono cellulare”, dotato di un numero di tasti equivalente alle lettere dell’alfabeto, e dei relativi numerali e segni speciali, trasformando quello che era uno strumento per telefonare gradualmente in un pc “tascabile” (oggi lo è in effetti).

Tornando alla neo-nata Kalq, il principio portato avanti dal gruppo dei ricercatori coinvolti è che la pratica della scrittura sui nuovi dispositivi abbia modificato le nostre abitudini inducendo una scrittura con i due pollici (e ahi!, per coloro che come me usassero gli indici).

Decade a questo punto la funzionalità della tastiera Qwerty, inventata per ottimizzare i movimenti sui tasti della macchina per scrivere, ovvero allontanando le lettere più frequentemente sequenziali per evitare l’inceppamento pratico dovuto alla sovrapposizione delle astine corrispondenti ai tasti nel processo di scrittura. La configurazione aveva all’origine per lo più l’intento di agevolare il ritmo ed il flusso della scrittura a macchina. Lo schema ricavato, con varianti specifiche (ad esempio Azerty), è quello a noi noto (e che esperienza “rilassante” digitare la parola qwerty, provate!).

Differenti tastiere per un medesimo principio. Organizzare la disposizione dei tasti/segni favorisce un equilibrio dell’impegno delle mani destra e sinistra. La velocità guadagnata nella scrittura è effetto dell’accorciamento dei movimenti di passaggio, “inutili” o “dannosi”. E questo riguarda scritture brevi.

Riguarda ancora scritture brevi la dipendenza delle pratiche di scrittura dai supporti, relazione ineludibile e coincidenza del mezzo e del fine (dai graffiti su pietra in avanti è così).

Ciò detto, sarà interessante seguire l’affermazione eventuale del nuovo sistema.
Molte condizioni, non soltanto di natura pratica, saranno alla base del successo o dell’insuccesso della Kalq.

Ricorderò che la Qwerty era nata dall’analisi delle sequenze grafiche proprie alla lingua inglese, ma ciò non ha impedito l’adozione, l’uso e la “istituzione” in lungo e in largo (con minimi cambiamenti). È facile verificare che, scrivendo via Qwerty, alcuni errori di digitazione “seriale” sono evidentemente dovuti alle specificità grafiche della lingua italiana, alle quali la tastiera Qwerty dedicata non ha evidentemente fatto fronte in modo ottimale.

Su Qwerty vecchie e nuove, analogie e filosofie per Scritture Brevi, un riferimento è qui.

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
30 aprile 2013

Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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