Su Shazam e scritture brevi

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Ci spiega Wikipedia che il software Shazam identifica una produzione musicale “catturando” la porzione di una canzone in riproduzione.
Il campione viene confrontato con una banca dati centrale che ha attualmente un catalogo di 11 milioni di canzoni. Il risultato finale è il riconoscimento della traccia.

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Caratteristica del software è di lavorare sul raffronto di “impronte” digitali.

L’operazione di “riduzione” a segno del grande universo del rumore può essere paragonata al procedimento della costruzione della grammatica e/o della scrittura alfabetica.
In tutti i casi si parte dall’entità (concreta) sonora delle produzioni linguistiche (l’infinito catalogo dei foni) e la si riconduce a poche unità minime (“fonemi” e, nello scritto, “lettere”).
La combinazione di questi elementi può comporre – e identificare – tutte le parole possibili della lingua.

E’ il contrasto tra l’atto linguistico (il saussuriano “atto di parole“), unico e irripetibile, e il sistema dei segni convenzionali (la langue), un processo di segmentazione della massa indistinta del pensiero che, solo, consente all’uomo la comprensione del dato di realtà (ancora Saussure).

I concetti di traccia, impronta, solco, formano, nella speculazione arcaica, la concezione di signum (su questo Diego Poli).

Tra “musica” e “solco” andrà infine ricordata una moderna relazione, rappresentata, per tutti, dalla struttura del disco in vinile.

Il software Shazam è ancora una volta un filtro, un meccanismo di sintesi che è accesso alla conoscenza.
Dunque sì, Shazam entra in scritture brevi.

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
18 maggio 2013

Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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