Partendo dal post sulla “stellina” in Twitter, andranno aggiunte alcune riflessioni sul lessico, per la graduale diffusione, nell’uso social, di nuove forme verbali collegate a tale figura.
Dal modello inglese to prefer deriva l’italiano “aggiungi ai preferiti”, una traduzione tramite parafrasi evidentemente condizionata dalla imperfetta corrispondenza semantica dell’equivalente “preferire”.
L’italiano “preferire un tweet” (“to prefer”) non ha lo stesso rendimento di “aggiungere un tweet ai preferiti”, dove la categoria dei Preferiti costituisce, come sappiamo, non solo idealmente, un contenitore, un cassetto dei tesori, o dei ricordi.
La relativa pesantezza della circonlocuzione può essere all’origine della rapida diffusione del neologismo “stellinare”.
Stridente per ora (lo è?), per il comune condizionamento percettivo esercitato dalle forme nuove, rafforzato in questo caso dalla diffidenza o ostilità per il trattamento della lingua nell’alveo social.
La mia esperienza è che basta usarlo poche volte per verificarne l’efficacia in termini formali e funzionali.
“Stellinare”, in tutte le forme coniugate, è comunque ampiamente attestato dentro e fuori da Twitter, sempre in ambienti social, sempre nei registri non formali.
“Questo me lo stellino”, “Stellinate!”, “Da stellinare!”, e così via.
Poche le occorrenze, ma comunque attestate, del “preferire” declinato. Ed ecco “Preferiscimi (un tweet)”, “Preferiscimelo”; ma il richiamo dell’italiano standard “preferire” attiva un confronto che accentua il carattere “scorretto” della forma e ne limita la diffusione e, presumibilmente, la fortuna, rispetto al più libero “stellinare”.
Nella prospettiva della creazione linguistica, se vi fosse un senso alla distinzione tra neologismi di necessità e di lusso, “stellinare” lo metterei senz’altro tra le forme necessarie.
One thought on “Attenti a quei due (neologismi per #scritturebrevi)”