Non è spam (ma che succede?)

In concomitanza con la pubblicazione di un nuovo post in questo blog, alcuni miei contatti di Twitter (non sempre tutti) ricevono un twit di “notifica”, ovvero un invio al loro indirizzo del link al post.

E’ una prassi che ho inaugurato presto, avendo capito che occorreva un metodo per portare all’attenzione più o meno pubblica i contenuti del blog.

Non c’era un altro metodo che questo di spammare contenuti occupando gli spazi altrui?
Certo che ce n’erano di modi, ma non so quanto efficaci, o comunque non so quanto efficaci per me.
Ad esempio la notifica via mail è bella e pulita, ma raggiunge il gruppo degli iscritti e non ha la stessa potenza esponenziale del twit.
Inviare un twit “una volta e via” può piacere, ma è troppo pretenzioso per chi deve farsi conoscere.

Personalmente ho “scommesso” su Twitter, e dunque usarlo come canale (il mezzo e il fine) non è un ripiego, ma una scelta meditata.
Twitter è un grande trampolino e ne va della vita di #scritturebrevi (e si sa che io sono il mio hashtag).

Particolarmente fondamentale è stata questa strategia all’inizio, ma ancora oggi la ritengo valida, dal momento che nella cerchia sono nate occasioni di discussione variegata e di arricchimento per il laboratorio di #scritturebrevi.

Inviare in maniera personalizzata, con l’account, è una sollecitazione a intraprendere una riflessione comune, o a riprenderne una già avviata. Nel caso di più account citati insieme, gli abbinamenti non sono casuali, né sono sempre gli stessi: si tratta, per come la vedo io, di microcircuiti comunicativi importanti, dal momento che #scritturebrevi si incontra partendo da tanti diversi interessi (bello).

Invio a volte, ai nuovi contatti, e vale come una proposta di lettura, per chi non mi conosce. Penso infatti: se sono diventati follower sarà per questo.

I miei “amici” di Twitter (perciò sono amici, anche se non ci siamo mai incontrati fisicamente) sanno cosa accade.
E io so che sto inviando contenuti, se non attesi, riconosciuti, accolti e, auspicabilmente, letti e poi condivisi (ritwittati).

Ogni volta che pubblico un post, ecco dunque partire una serie di twit “a mitraglia”, che invade (si fa così per dire) la TL dei follower (e che bello se la rete si chiedesse “Ma che succede?”).

E’ tutto meno che spam, perché a monte vi è una condivisione di orizzonti e un’operazione intellettuale.
E non è semplice automatismo poiché, a ben guardare, ogni twit è diverso, contenendo i nomi dei miei interlocutori, di oggi o di sempre.
Con ognuno c’è un discorso aperto e un’interazione personale.

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
28 giugno 2013
(Immagini: una cartella di messaggi spam, fonte: Wikipedia e Lucy dei Peanuts, fonte: Facebook)
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Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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