La metro non aspetta

Non può sorprenderci la notizia che la parola computer sia in recessione nella lingua inglese.
Anche in italiano si osserva una particolare riduzione della frequenza d’uso di questo termine, sostituito, soprattutto nel parlato, dall’acronimo pc (Personal Computer).

La parola pc è anch’essa adottata in italiano; la sua praticità è data evidentemente dalla brevità, la sua dimensione è nella scrittura che si fa parola.

Quanto al successo delle forme brevi nella lingua, esso si dà, come è noto, per parole di alta frequenza: oggi pochi parlanti direbbero “l’ho visto in televisione”, ma piuttosto dicono “l’ho visto in TV; l’ho visto alla TV”. In alternativa dicono “guardo la tele; l’ho visto alla tele” dove tele mostra la trasformazione del prefissoide tele (lo stesso che è in “telegrafo, telefono, telescopio”) in sostantivo attraverso procedimento di abbreviazione.
Analogamente chi usa la metropolitana non dice “vado in metropolitana”, ma con più probabilità usa espressioni come “vado in metro, vado con la metro, prendo la metro”.

TV , tele e metro hanno a un certo punto fatto il loro ingresso nei dizionari ufficiali e le loro omologhe, forme originarie, “lunghe” resistono con fatica alla concorrenza.

“Metro” contro “metropolitana” sono due sillabe al posto di sei: un risparmio non da poco.
Perché non c’è molto tempo da perdere: chi la usa, sa che la metro non aspetta.

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
3 ottobre 2013
metro

Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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