Tutto è cominciato così: due stanghette, una linea tratteggiata, due numeri e un puntino.
Pochi elementi in uno schermo nero.
In questo modo, PONG ha cominciato a farci divertire: uno dei primi videogiochi commercializzati, simulatore del ping pong.
Da principio i videogiochi sono stati una rappresentazione “sintetica” del mondo.
La tecnologia non concedeva grande margine di intervento e i tecnocreativi – i tecnologi creativi – mantenevano il controllo totale di questa forma di espressione, e gli utenti erano semplicemente passivi fruitori.
Col tempo, questi tecnocreativi hanno reso sempre più realistico l’universo dei videogiochi.
Questo mondo è diventato pian piano uno strumento versatilissimo, che consente di manifestare più ampi bisogni artistici.
Un luogo dove la creatività, e anche l’arte, trovano la possibilità di esprimersi.
A loro uso e consumo, gli autori hanno cominciato a creare meccanismi di comando sempre più semplificati.
Ed è stato come perderne il controllo!
Oggi, virtualmente, tutte le persone con una vena artistica e creativa possono controllare i mondi virtuali dei videogiochi.
Lo spazio sconfinato della fantasia è aperto e disponibile.
E questo è bello: il fine è l’opera, il mezzo è scritture brevi.
Le potenzialità del videogioco oltre la dimensione della tecnologia si trovano indagate nel volume, appena pubblicato, di Fabio Massimo Zanzotto (e sì, è lui, l’altra metà di Scritture Brevi!) e del suo allievo Leonardo Tonna: Artisti per videogioco.
Se Scritture Brevi lo consiglia?
Voi che dite? 🙂
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