André Martinet/7-8-9 Martinet e gli altri

memoires

Le ultime tre parti dell’intervista ad André Martinet che sto riportando sul mio blog Segmenti (ma la strada verso la conclusione è ancora piuttosto lunga) raccontano dei suoi rapporti (quasi mai in accordo) con molti contemporanei: con Trubeckoj, Jackobson, con gli hjelmsleviani e, infine, con Chomsky. Seppur brevemente, Martinet traccia un pezzo di storia in cui gli elementi ufficiali si intrecciano con quelli non ufficiali. Parla del principio di rilevanza secondo la scuola di Praga, del concetto di armonia di Trubeckoy, della nascita della Societé internationale de Linguistique fonctionnelle, dell’universalismo di Chomsky, così come del carattere “mistico” di Trubeckoy descritto dal genero di quest’ultimo, della sua storia personale e del suo rapporto con la madre, dei suoi dissidi con i linguisti cechi (“I’m not persona grata in Czechoslovakia”), delle sue aspre critiche alla linguistica chomskiana.

Ovviamente è la storia vista da Martinet e forse proprio per questo possiede lati interessanti.

In tutto ciò, inoltre, non mancano esempi pratici di analisi linguistica, come la sorte di [gaɲe] e [panje] nella lingua francese, e una particolare e secondo me illuminante interpretazione dell’espressione italiana “c’è”.

Durante la conversazione sono anche emerse alcune idee, che riporto qui sotto, come contributi alla riflessione, perché pertinenti rispetto all’argomento di questo blog:

  • “… Non è mai regolare (il sistema comunicativo n.d.r.), è solo economico, perchè sfrutta tutte le combinazioni offerte dalle diverse possibilità espressive. Ecco perché la lingua lo riutilizza: perché questo riutilizzo è economico. Non si va mai oltre l’economia. In altre parole, si può osservare che alcune combinazioni, teoricamente possibili, non vanno bene, perché sono troppo difficili da produrre o da mantenere”.
  • “Non ci interessano le strutture profonde, perché prima di decidere su di esse dobbiamo indagare sulla natura effettiva di ciascuna lingua che analizziamo. Allora scordiamoci le strutture profonde. Forse un giorno ci torneremo sopra… e, forse, di fornte a moltissime lingue diverse, potremmo anche arrivare alla conclusione che alcuni tratti sono migliori di altri per adattarsi agli esseri umani.”.

Questi sono i link con in cui si può leggere il testo integrale dell’intervista sugli argomenti sopra descritti:

André Martinet/7 Armonia è economia 

André Martinet/8 La Societé Internationale de Linguistique Fonctionnelle

André Martinet/9 We don’t care about deep structures

Margherita Rinaldi

About Margherita Rinaldi

Gornalista professionista. Prima free lance, poi cronista, addetto stampa e ora esperto in comunicazione nella pa. Nasco dalla linguistica e lì, di tanto in tanto, ritorno

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