La cassetta degli attrezzi

Ricevuta da @atrapurpurea e @LatorreVincent (li cito nell’ordine alfabetico), ecco una bella frase di Nietzsche.

Pronunciata in risposta a un’osservazione dell’amico H. Koselitz a proposito dell’adozione, da parte di Nietzsche, della macchina per scrivere (“sembra che il ferro della macchina sia passato nei tuoi scritti”), la frase fa riflettere.
Se ne comprende così l’occorrenza in molti luoghi (consiglio un giro in rete) per fare osservare l’effetto negativo dell’impatto della scrittura digitale sul pensiero.

Sull’influenza dello strumento sul pensiero molto si è scritto, a commento delle importanti rivoluzioni “strumentarie”, a partire dall’abbandono dell’oralità (per tutti, Havelock).
“Rituale” (tale la considerava Giorgio Raimondo Cardona) la citazione da Platone sulla reazione di Thamus re di Tebe al dono ricevuto della scrittura da parte del dio Theuth:
“Col non far esercitare la mente essa produrrà l’oblio nell’animo di chi studia; confidando nella
scrittura, egli non ricorderà le cose dal di dentro, pensandoci di per sé, ma dal di fuori, per mezzo di impressioni esterne. Quel che hai inventato non è quindi il farmaco che dà la memoria, ma solo uno strumento per far tornare in mente le cose; non sostanza di sapienza, ma solo apparenza.”

Tornando alla frase di Nietzsche, essa può acquistare luce nuova allorché riferita alle condizioni fisiche del grande filosofo, che aveva trovato così l’unico modo per scrivere, non potendo più farlo a mano per i gravi problemi di vista.

E che il pensiero sia flessibile e plasmabile da parte della realtà che lo circonda – o meglio che lo fa pensiero (la lingua lo ha rappresentato storicamente nelle nozioni di logos, cogito ergo sum, eccetera), il rapporto è di circolarità infinita – è fatto evidente ed è segno della vita del pensiero, e della vita e del pensiero.

L’esperienza di Scritture Brevi (2010-11) nasce sull’idea di indagare il ruolo dei supporti e degli strumenti sulla scrittura e sulla lingua.
Analizzare i fenomeni non equivale ad accettarli passivamente. La consapevolezza è un potente motore.

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
6 maggio 2013

Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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