@atrapurpurea @nickbiussy intervengo su ‘preferiti’. È un’etichetta importante ma non evidente. Poco social, il suo rischio. #scritturebrevi
— Francesca Chiusaroli (@FChiusaroli) 22 maggio 2013
Apporre la stellina e ritwittare sono due operazioni spesso abbinate in modo spontaneo da parte degli utenti di Twitter (io tendo a farlo).
Ma in molti casi non si verifica l’automatismo: osservo a volte la pratica di mettere tra i “Preferiti”, senza ritwittare.
Procedimento forse più corretto formalmente, del resto perché sennò esisterebbero tali due categorie distinte di “scritture brevi”?
Ad esempio, in Facebook “Mi Piace” e “Condividi” hanno proprio diverse occasioni di utilizzo, non risultano per nulla confondibili.
In Twitter la stellina è un riscontro, in tal senso paragonabile al “Mi Piace” di FB.
Chi scrive riceve così un attestato di consenso o, se non altro, di “solidarietà” dai lettori, particolarmente se appartenenti alla propria cerchia.
Diversamente dal “Mi Piace”, però, caratteristica della stellina è di restare all’attenzione dell’autore che la riceve, non è immediatamente percepibile agli altri, crea dunque una sorta di “comunione” interna e privata.
La stellina colloca i contenuti in una lista, è come un segnalibro personale.
Questa modalità si trova in linea con lo stile di Twitter rispetto a Facebook.
Un mezzo solo apparentemente democratico, come tra l’altro si dimostra dalla diversa terminologia per definire i contatti, “followers” contro “friends”.
Insomma dove ho letto che Twitter è un piedistallo o un trampolino?
E’ ancora il caso di dire: Preferiti – Che carattere!
(and to be continued)
Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
27 maggio 2013