#laparolacheodio

Seguiamo il sondaggio di repubblica.it lanciato su Twitter con l’hashtag #laparolacheodio.
Dopo ventiquattro ore di tweet notiamo l’occorrenza, tra i termini “non graditi” (per i più vari motivi, si capisce, ed è davvero un interessante repertorio), di forme verbali più o meno nuove, declinate con desinenza italiana in –are (-ere ed –ire non sono in tal senso produttive).
Ed ecco comparire, in ordine sparso: attenzionare, efficientare, deliverare, downloadare, aploadare (sic), sharare, supportare, briffare, cambrettare, attenzionare, scannerizzare, effettuare, approcciare, svapare, deliberare, orizzontare.

All’origine del sondaggio un articolo sul ritorno “burocratese”, inteso nel senso delle espressioni linguistiche che non rispondono all’obbligo della chiarezza, oscurando i significati con l’effetto di confondere il cittadino.
La via contraria, quella del “parlare chiaro”, sembra sconfitta.

Risultano citate molte parole che non entrano nell’ambito del linguaggio burocratico, spaziando invece nei più vasti contesti della lingua dell’uso (ricorre, ad esempio, l’impareggiabile “piuttosto che”), e particolarmente colpita risulta una serie di termini di derivazione inglese, più che altro da un atteggiamento di ostilità rispetto all’ordinaria anglofilia.

Ma soprattutto, nella serie sopra riprodotta, una caratteristica “colpevole” sembra potersi rintracciare nella tendenza a creare forme verbali da sostantivi.
Molte saranno già incluse nei dizionari standard, di altre non possiamo prevedere il destino nella vita della lingua.

Io dico “Abbasso il burocratese!”, poiché conosciamo tutti, per averne sperimentato certi effetti, lo stile astruso rappresentato nell’articolo con la divertente e significativa immagine di “scrivere caffè senza mai chiamarlo caffè”, ma “altresì assumendo che il liquido in oggetto non sia da iniettare e tenendo conto che trattasi di connubio tra acqua e piccoli semi tropicali”.

Ciò detto, resta spazio, in questa sede, per notare che molti termini sopra elencati hanno la caratteristica opposta, che è di “ridurre” la perifrasi ad un’unica parola (fare download > downloadare).
Caratteristica della brevità che può essere, per altri versi, considerata un vantaggio: la sintesi efficace.

Andrà infine notato come, all’origine del lessico del burocratese e di altre “parole che odio”, vi sia la dimensione della scrittura e vi sia la complessa relazione tra lingua scritta e parlata nella pragmatica della comunicazione.

Ecco il punto di vista di #scritturebrevi, tenendo anche conto che proprio recentemente su questo blog mi sono avventurata in un piccolo elogio di “stellinare”.
Mentre per #laparolacheodio io dico “Non parteciperò”.

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
29 giugno 2013
divieto

Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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