A buon fine

Di ieri un articolo di Corriere.it sulla cosiddetta deliverability, ovvero i fattori che influenzano la probabilità che un email arrivi a destinazione.

Vuoi per l’attività dei filtri anti-spam, vuoi per la scelta individuale di “dare udienza”, cioè considerare di aprire il messaggio ricevuto in casella, in particolare la cura dell’oggetto diviene di massima importanza.
La “stringa di caratteri” deve contenere tutto ciò che serve e nulla di più.

Ecco dunque due decaloghi dedicati all’oggetto, che consistono in elenchi di forme da evitare o da inserire.

Tra le forme proibite per le censure “tecnologiche” sono i caratteri speciali o esotici: «&», «$», «/» o «#», parentesi quadre e tanti punti esclamativi o interrogativi in successione.
Lo stesso effetto negativo sortiscono repertori “formulari” di introduzione: «Probabilmente l’hai già visto…», «Un messaggio da…», «Reminder», «Invito personale», «Leggi questo», «Importante», «Imperdibile», «Caro Tizio, Caio e Sempronio». Come dire che lo stile “specialistico” che in passato ha costituito argomento di lezione (come si inizia una lettera, come si conclude, ecc.) è diventato non solo obsoleto, ma addirittura controproducente per l’ambito della scrittura digitale, una sorta di effetto di inflazione generato evidentemente dal fattore quantitativo delle produzioni.

Conseguentemente il decalogo positivo si contraddistingue per l’incoraggiamento alla scrittura personalizzata; piuttosto che fornire una lista di parole (“affascinare, essere narrativi”) vi è l’invito alla brevità, secondo il principio dell’informatività e dell’economia:
«Siamo brevi, il mondo è sovraffollato di parole» scriveva Stanisław Jerzy Lec, quindi tentiamo di creare oggetti che non superino le dieci parole tenendo conto che le prime tre sono sempre le più importanti.

Lo spazio dedicato all’oggetto nei servizi di posta elettronica è il metro di giudizio.
L’oggetto dell’email è scritture brevi.

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
17 luglio 2013
(Immagine dal film: Non ci resta che piangere. Scena della “lettera a Savonarola”)
savonarola

Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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