Parola d’ordine

Incuranti del rischio di mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri dati online, abbiamo l’abitudine di scegliere password fatte di sequenze predicibili e comuni.
Le più scelte nel 2012 sono tre, ovvero: password, 123456 e 12345678 (Fabio Chiusi su corriere.it di oggi). E per altro sono le stesse del 2011.

Inerzia e assenza di fantasia ci assalgono ineluttabilmente all’atto di creare il nostro personale e privatissimo codice di accesso ai contenuti digitali.
Alla richiesta del sistema è il vuoto mentale.

I concetti di “debole” e “forte” applicati alla password si basano sul grado distanza dal “noto”, ma evidentemente la dimensione reale ha la meglio.

Perché a fronte dell’ipotetica riconoscibilità, su cui nessuno riflette, è invece concreta e avvertita la fatica di ricordare, ed è quella, io credo, a gestire le nostre decisioni portandoci ad attivare delle speciali tecniche mnemoniche, pur se apparentemente travestite di “nuovo”, piuttosto che a inventare da zero.

E del resto la storia delle lingue universali a priori (Eco) ci racconta del rapporto inscindibile tra lingua e pensiero.

La password è scritture brevi.
(to be continued).

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
21 luglio 2013
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Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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