Sintetico vs Breve (a proposito di Twitter in latino)

Il link segnalato da Silvia Pellacani (@SilviaP_ e dovevuoiandaretu, ricordate?) ci procura un imperdibile specchietto delle principali “scritture brevi” della rete in latino.

A queste si può aggiungere il nome di Twitter che è, come leggiamo dalla sezione bio dell’account papale, breviloquens.
Bello per noi, perché mette insieme l’informazione della brevità con quella della parola parlata.

L’inaugurazione dell’account del Pontefice in latino alcuni mesi fa è stata felicemente salutata per il valore di lingua universale e per la capacità sintetica del latino rispetto alle lingue moderne.

Il latino ha svolto per secoli il ruolo di codice veicolare, delle arti e delle scienze, tuttavia è evidente come la vita della lingua abbia decretato nel tempo altre vittorie.
Dovendo adottare un hashtag per la campagna per la pace la scelta dell’account Pontifex è ricaduta sull’inglese – #prayforpeace: una diversa soluzione sarebbe stata anacronistica e poco pratica.
Giusta ed opportuna l’adozione del latino in Twitter, ma ancora più corretta è l’operazione culturale multilingue e decisiva l’attenzione alle dinamiche comunicative reali.

Più interessante la discussione sul punto di vista propriamente linguistico formale.
La struttura sintetica del latino non garantisce di per sé la brevità.
Sappiamo bene infatti che la caratteristica morfologia del latino si esplica sovente nella costruzione di parole lunghe, che contengono e condensano in sequenza dettagliata più di una informazione lessicale e grammaticale (significato lessicale + genere numero e caso).

Per l’osservatorio di Scritture Brevi seguo tutti gli account Pontifex (9 lingue), verificando come spesso il tweet in latino sia più lungo di quello delle lingue moderne rappresentate, ed evidentemente più lungo, ad esempio, dell’inglese.
Il metodo di non adottare abbreviazioni (la paleografia ne fornirebbe di autorevoli) incide necessariamente sul numero dei caratteri impegnati.

Il caso latino dimostra che “sintetico” (nel suo valore tecnico, relativo alla tipologia linguistica) non equivale sempre a “breve”.

La presente riflessione vale anche come un’azione nella mia funzione di custode della parola “breve” (progetto Adotta una parola, Società Dante Alighieri).

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
9 settembre 2013
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Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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