Di pollici e tastiere

Al link la carrellata di repubblica.it che racconta per immagini la storia dei 30 anni dei cellulari Nokia.

Per una casa che nella intitolazione dei prodotti si caratterizza particolarmente per l’uso dei numeri , restano significativi i pochi nomi e le “nozioni” richiamate, segnali della progressiva evoluzione: Tecnophone (tecnologia), Cityman (portabilità), Communicator (comunicazione), NGage (attività sott. multimediale), XpressMusic (intrattenimento), Lumia (purezza, luce).

Fa parte di questa epoca l’adozione della parola cellulare come forma “breve” di telefono cellulare, che ha presto soppiantato il significato originario di cellulare “Furgone appositamente attrezzato per il trasporto dei detenuti”.

In alternativa abbiamo telefonino, che resiste ancora oggi a fronte di smartphone. Questo sostantivo indica il telefonino “intelligente”, ma appartiene all’uso tecnico, lì dove generalmente si parla di cellulare e telefonino.

A proposito di telefonino, scorrere la serie delle immagini fa ricordare la fase in cui i telefoni cellulari avevano la caratteristica delle piccolissime dimensioni (come questo modello mostrato da corriere.it).
Non c’erano ancora le tastiere qwerty e, almeno inizialmente, non era diffuso il sistema di facilitazione della scrittura T9.

Si tratta dell’età di mezzo, poiché oggi i telefoni sono di nuovo molto voluminosi – fino agli attuali phablet (benché il touchscreen comporti a sua volta nuove problematiche di ordine pratico).

Ed è l’età gloriosa della nascita del texting, quando l’abbreviazione più che un lusso era assolutamente una necessità, poiché “le tastiere si rimpicciolivano e i nostri pollici rimanevano uguali” (David Crystal).

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
10 settembre 2013

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