L’ortografia è convenzione. Ce lo ricorda, ad esempio, l’apostrofo del genitivo sassone inglese, introdotto come regola dai grammatici dell’età moderna soprattutto per notare la differenza semantica tra plurale e genitivo, entrambi uscenti in -s (o -es).
La storia della lingua inglese ci testimonia infatti di un tempo (fase dell’inglese antico, o anglosassone) in cui la lingua oggi considerata “priva di grammatica” era invece riccamente provvista di declinazioni.
Il processo di riduzione dei casi ha determinato la conservazione di poche relittuali desinenze, per di più generalizzate e addirittura omografe, come quella del plurale e del genitivo singolare.
Si spiega così la scelta, occasionalmente generata, di disciplinare, per mezzo dell’apostrofo, il genitivo (“sassone”, appunto).
Tale operazione aveva inoltre l’utile vantaggio di favorire il riconoscimento lessicale, uniformando le scritture della parola ed isolando da queste l’elemento morfologico.
Logico e regolare, come solo la grammatica riesce a fare.
Questo post è dedicato all’#apostropheday celebrato in questi giorni per l’inglese.
Ecco una festa della grammatica.