Più che un carattere, un’icona (lo è in effetti), irrinunciabile per la società dell’apparire che si espone in bacheca su Facebook.
Domanda fatale: “Quanti ‘mi piace’ hai?”
Cortesia, politeness e le regole della netiquette ne giustificano usi e abusi.
Infallibile attestato di popolarità, la figura amplia il proprio spettro di senso allorché è introdotta per segnalare “consenso”, “gentile riscontro”, espressione del favore del gruppo, o di uno.
Una speciale ricevuta di ritorno che suggella amicizie e relazioni.
Un post che non riceva un ‘mi piace’ è come non inviato, non letto, il suo autore, forse, non amato (“Possibile che debba capitare proprio a me?”).
Oppure, il messaggio è andato perduto nel flusso ininterrotto delle notizie/notifiche, e occorrerà, con speranza, ritentare.
Pittogramma che sintetizza significante e significato, l’icona del pollice alzato richiama il più grave e antico gesto della volontà che salva o condanna l’uomo nell’arena. La comunicazione social ne ha fatto, insieme a “Condividi”, il tasto del successo. A fronte della egemonica presenza dell’inglese della rete, speciale prerogativa di questa icona è di leggersi in ogni lingua:
Facebook: il tasto ‘Mi piace’
Il segno realizza, in tal modo, nella corrente società globale, un traguardo auspicato da certi ideali progetti di lingua perfetta, o dell’Eden perduto – pansofia, characteristica, lingua-scrittura universale.
‘Mi piace’: se non ci fosse, bisognerebbe “inventarlo”.
Francesca Chiusaroli (Scritture Brevi)
7 marzo 2013
3 thoughts on “MI PIACE (Che carattere!)”