@FChiusaroli Belliss @atrapurpurea
— QuiVi (@VitoQuintavalle) October 29, 2013
Mi piace il "belliss" di @VitoQuintavalle @dincordin @AlbanoColmo 🙂 #scritturebrevi
— Francesca Chiusaroli (@FChiusaroli) October 31, 2013
Il presupposto “economico” che governa le “scritture brevi” si coniuga, come è noto, con il requisito della informatività.
“Minimo sforzo per il massimo rendimento” significa che possiamo tagliare, ridurre, ridimensionare la forma grafica entro i limiti della comprensibilità.
Togliere troppo può comportare la perdita del valore informativo, con la conseguenza (oltremodo “nefasta”) di dover riscrivere (il tweet, l’sms, e così via). Riscrivere equivale ad annullare tutto il risparmio accumulato.
Ecco perché un “grz” funziona meglio di “g”, che è più breve ma evidentemente assai più ambiguo.
Tra i molti espedienti abbreviativi delle lingue flessive vi è anche l’eliminazione, nei contesti opportuni, dell’elemento morfologico, in favore del mantenimento del lessema, portatore del valore semantico (appunto) lessicale (esempio: “And a casa”).
Il medesimo stratagemma è rintracciabile, non a caso, tra le pratiche delle abbreviazioni paleografiche, ed eccoci infatti su questo.
In tal senso dico che mi piace il “belliss” (anche in maiuscolo, più enfatico) di Vito Quintavalle.
Esprimere il concetto del superlativo si può, attraverso la giusta misura grafica tra il grado positivo (bell-) e la sua espansione (bellissimo).
Ecco, belliss è “scritture brevi”.
Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
4 novembre 2013
(Immagine: Ninfa con fiori di convolvolo, dipinto di Jules Joseph Lefebvre. Fonte Wikipedia alla voce “Bellezza”)