Di nome e di fatto (dell’allitterazione)

Due esempi dal poema Beowulf.

La struttura del verso germanico si caratterizza per l’uso dell’allitterazione.
Si intende che il verso si divide idealmente in due emistichi. Un elemento del secondo emistichio guida l’allitterazione, ovvero determina il suono o la sequenza di suoni, iniziali di parola, dominanti, replicati in questo caso per tre volte nel verso.

“Suono” perché si tratta di procedimento che riguarda il parlato, collegabile alla tradizione poetica orale. La ripetizione fonica aiutava così la memorizzazione e il ritmo.

Dopo di che, il nome convenzionale della pratica è “allitterazione”, per la consueta commistione tra piano fonico e piano della scrittura che governa tutta la storia del pensiero linguistico occidentale.
Con la civiltà della scrittura anche la poesia viene scritta e i suoi stilemi diventano oggetto di studio per la retorica e la poetica.

L’allitterazione entra così, di nome e di fatto, in “scritture brevi”.

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
4 gennaio 2014
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Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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