LOVE in 160 caratteri

Le nostre vite fluttuano nei canali multimediali nei quali trasmettiamo le nostre parole. L’ SMS è nato in un periodo di cui ho memoria: ricordo il prima e il dopo.

Prima, mi capitava di scrivere ancora qualche lettera: agli amici lontani, a quelli che conoscevi l’estate in vacanza, a quelli che non avresti mai più rivisto. Poi sono arrivati i cellulari. Gli SMS hanno cominciato ad accompagnare le storie d’amore con la fugacità di pochi caratteri.

“T AMO” o – per risparmiare un altro carattere – “TAMO”.

Il gergo giovanile nato in questi brevi scambi ha cambiato parzialmente il modo di comunicare. Che sia in “bello” o in “meglio” non sarò certamente io a dirlo. So che i miei primi amori si sono espressi magnificamente in brevi significanti ricchi di significato.

Quanto valeva quel “TAMO”? Meno, forse, di una bella e forgiata lettera di fine secolo? Con irruenza comunicativa, compariva sul mio cellulare dal dispalay con i caratteri sgranati e mi colpiva dritta al <3.

Erano gli anni in cui un SMS costava 300 lire e, per questo, i contenuti dovevano essere stringati in #scritturebrevi. Brevi come un lampo, comunicativi come la luce del sole che accende alcune domeniche, fugaci e rapidi come quel tempo adolescenziale.

Il “TVB” credo sia nato tra le righe della mia generazione. In qualche caso, per dire che il bene era proprio tanto, si faceva il simbolo di infinito sulla “T”.

La lingua ha appoggiato gli SMS, si è asservita e si è plasmata alle esigenze dei parlanti. “cosaNONsiFACEVAxRISPARMIAREcaratteri”.

E come non ricordare la così detta “chiamata persa”? che poi è diventata lo “squillo” che, da solo, ha assunto un valore comunicativo. Valore comunicativo a costo zero, direi. Sì, perchè fare uno squillo non costava nulla.

Faro uno squillo era tra gli adolescenti della mia generazione, un modo economico per dire “ti sto pensando”, una frase di tre parole sostituita da un drin drin. E lo squillo lasciava spazio alle più fantasiose interpretazioni: “perché mi avrà fatto uno squillo? per quale motivo mi starà pensando?”. Potevi farlo ad un’amica, ad un amico o ad uno che ti piaceva, sperando interpretasse quello che volevi dirgli. Quanta informazione c’era in uno squillo?

“MamiANCORA?SEsì1squillo”

“Fai1SQqndARRIVI”.

“QNDmPENSIfa1SQ”

#scritturebrevi di fine anni ‘90 ed inizio 2000. Quando l’amore nasceva nei 160 caratteri di un msg.

About Federica

Scribacchina tutto fare, laureata in Linguistica, una tesi su Eugenio Coseriu ed una sull'analisi verbale e non verbale nel colloquio di selezione in azienda. Sì, perchè nella vita lavoro come HR specialist. Tra le altre cose, "faccio cose, vedo gente", scrivo un po' ovunque: taccuini, post-it, www.ilvinoeleviole.it, la mia agendina e Torbloggata.

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