André Martinet/10 Della tuttologia

Ludwig

Io credo che una delle intuizioni più felici (e più belle esteticamente) di questo blog sia l’adagio di Francesca Chiusaroli (sì, ormai per me è un adagio!) Questi ragazzi non sanno scrivere. E’ come dire: non siamo interessati al  bello scrivere, ma all’efficacia della comunicazione. E cosa comunica l’affetto meglio di un cuore <3 ? Cosa esprime la condivisione ironica meglio di un punto e virgola associato a una parentesi chiusa 😉 ? Forse, a oggi, niente meglio di loro, visto che questi elementi hanno superato le forche caudine della comprensione condivisa e sono diventati di dominio comune. E, siccome non c’è bisogno del dizionario per tradurli, significa che fanno parte del nostro codice quotidiano di comunicazione.

E’ il punto di vista dell’efficacia della comunicazione che ci interessa nella lingua, come afferma qui André Martinet: “Io dico che il punto di vista che dobbiamo scegliere è quello della comunicazione. Questo non è l’unico possibile. Per esempio, ci si può accostare alla lingua dal punto di vista artistico. Si può dire che l’italiano è una lingua appropriata per i cantanti, per i cantanti d’opera, ed è vero. E’ un altro tipo di approccio, ma non è quello giusto per la linguistica. L’approccio fondamentale per la linguistica è la comunicazione in generale”.

E chiaro che tutto ciò non cancella l’importanza del bel canto e, quindi, neanche del “bello scrivere”. E’ solo che sono campi d’indagine diversi, che implicano competenze diverse per l’analisi. E i linguisti non vogliono essere tuttologi. Semplice, no?

Margherita Rinaldi

About Margherita Rinaldi

Gornalista professionista. Prima free lance, poi cronista, addetto stampa e ora esperto in comunicazione nella pa. Nasco dalla linguistica e lì, di tanto in tanto, ritorno

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