Speriamo che sia maschio

Tra i tanti messaggi di benvenuto rivolti al bambino della famosa coppia reale William e Kate spicca l’iniziativa del tabloid britannico The Sun che, per celebrare l’occasione, si è pubblicato in edizione speciale (online e in cartaceo) modificando la testata in The Son:
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Una brillante soluzione grafica resa possibile dall’identità omofonica dei due termini inglesi.
La collocazione “di testata” ne ha accresciuto la potenza espressiva determinandone l’impatto pubblico.

A proposito dell’evento (attesissimo) di ieri, si segnala, come era prevedibile, l’impennata contestuale dell’hashtag #royalbaby su Twitter, cui si sono associati immediatamente #royalboy e #royalson, a motivo della notizia riguardo al sesso del neonato (non era noto). Ho trovato 4 tweet con #royalguy, mentre risulta molto usato #royalbebe/#royalbebé/#royalbebè. Tutti questi con varianti contenenti l’iniziale maiuscola.

Caratteristica comune per baby e bebè è di non avere specificità di genere, il che li rende comodi per la comunicazione di Twitter, dove unirsi a un TT è possibile solo riproducendo formalmente l’hashtag.
Si tratta di un particolare non di poco conto per certe riflessioni sull’uso del “genere” (linguistico) in Twitter, come l’osservatorio di scritture brevi sta monitorando.

In questo caso la dimensione “sensibile” della notizia “It’s a boy!” ha avuto un ruolo fondamentale nel direzionare #RoyalBaby verso #RoyalBoy e #RoyalSon.
Diverso dall’usare il maschile per il neutro: qui si tratta di informatività.

Si capisce che, nel caso di una “Royal Daughter”, The Sun avrebbe perso una formidabile occasione della lingua.

Francesca Chiusaroli, Scritture Brevi
23 luglio 2013
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Francesca Chiusaroli

About Francesca Chiusaroli

Sono nata a Recanati, dove vivo. Mi sono laureata a Macerata, dove oggi insegno linguistica. Tra allora e ora, altre sedi.

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